Parigi, Inizio Novecento
Parigi nel periodo della Belle Époque, tra la fine dell'Ottocento e inizio Novecento, è caratterizzata da un generalizzato senso di euforia, grazie all'espansione economica, ad una certa tranquillità politica, allo sviluppo di nuove tecnologie e invenzioni che hanno migliorato la qualità della vita, e ad una scena culturale fervida e prospera. L'arte prende nuove forme con l'impressionismo e l'Art Nouveau.

La "divina" Eleonora Duse (1859-1924) è la regina dei teatri di mezza Europa, nuovo idolo e nuovo mito dopo Sarah Bernhardt. Parigi impazzisce letteralmente per la sua intensa rappresentazione di Margherita Gautier nella Dame aux Camélies, di Alexandre Dumas figlio. Il personaggio, realmente ispirato ad Alphonsine Duplessis, divenuto poi Violetta Valéry nella Traviata di Giuseppe Verdi, giovane amante dello stesso Alexandre, era minata dal mal sottile; per questo le risultava intollerabile il profumo di qualunque fiore, tranne quello della camelia. Camelie bianche e rosse adornavano la sua bella casa di Parigi, le splendide vesti, l'audace scollatura e i cappelli.

Siamo in un teatro, dove si sta rappresentando La Signora delle Camelie, prima del 1909, data che segna il ritiro dalle scene di Eleonora. Ricomparirà solo per un breve, ma intenso periodo, dal 1921, a pochi anni dalla sua morte, avvenuta durante una tournèe teatrale a Pittsburg, negli Stati Uniti.
Il palcoscenico è al buio, salvo le luci di scena accese, Eleonora è in pausa e ha indosso una vestaglia da camera. Accanto, appoggiato ad una poltrona, un suo ombrellino, chiuso.

  • Da alcuni brani del diario segreto di Eleonora Duse: "Lisbona…La signora delle camelie…trentasei chiamate…fuori teatro altre acclamazioni…Alcune signore hanno steso a terra le loro mantiglie, dall'ingresso del teatro fino alla mia carrozza…Poesia e cavalleria squisita della appassionata gente iberica". (Cfr. N. Bolla, Eleonora Duse, romanzo della sua vita, Roma, 1945, p.307).
  • I Paesi che maggiormente dimostrarono di essere al passo della nuova trasformazione estetica avvenuta agli inizi del XX secolo, furono la Francia e l'Austria. In Francia, in seguito all'esposizione del 1904 a Palazzo Galliéra, venne fondata la Società del merletto di Francia dove si organizzavano concorsi di disegni per merletti e vi parteciparono sia le scuole, sia le merlettaie indipendenti. In Austria, la Wiener Werkstätte, la famosa scuola d'arti e mestieri di Vienna, creò una sezione di Merletto, Ricamo e Tessitura, dove si realizzavano nuovi merletti sulla base della rinnovata creatività. (Cfr. A. Kraatz, Merletti, Milano, 1988, p.163).
  • Analizzando le foto dell'attrice Eleonora Duse, si evidenzia che il suo modo di abbigliarsi sia nella quotidianità, che nell'ambiente teatrale, fosse piuttosto eccentrico: abbonda in decorazioni vistose e pesanti, ricorrono spesso rifiniture con galloni, balze, fiocchi, nastri e merletti. Esagera in collane e bracciali, guanti molto lunghi, cappelli e ventagli piumati. Mentre le poche foto che rimangono di lei degli inizi degli anni ottanta dell'ottocento, mostrano come la Duse seguisse la moda del tempo con un'eleganza semplice ed essenziale che andrà poi complicandosi nel ventennio seguente. (Cfr. D. Davanzo Poli, Vestiti nella vita, costumi nella scena, F. Bandini (a cura di) in Divina Eleonora. Eleonora Duse nella vita e nell'arte, Venezia, 2001, p.123).
  • Paolo Schlenther, conoscitore e critico, così scrisse a proposito del talento teatrale di Eleonora Duse, dopo le prime serate di Berlino: "… Se la signora Duse non è bella è in grado di diventare bella, giacché ad ogni sentimento dell'animo suo risponde un mutarsi del suo volto … Mai persona viva ha avuto l'aspetto del cadavere così come la Duse quando nella parte di Fedora ha il veleno già in corpo ed ancor più nell'anima. Per queste trasformazioni, ella non ha bisogno di artifici esteriori, e sembra anche far poco conto dell'arte della truccatura. A queste trasformazioni essa giunge soltanto per la forza del sentimento." (Cfr. E.A. Rheinhardt, Eleonora Duse, Milano, 1931, p.137).
  • Nell'interpretare il ruolo di Margherita Gautier in "La signora delle camelie", rappresentata per la prima volta nel 1882, la Duse scelse costumi bianchi e luminosi. In particolare, l'abito di merletto bianco conservato alla Fondazione Giorgio Cini e quasi sicuramente realizzato dallo stilista inglese Worth, fu indossato dalla stessa Eleonora molto probabilmente per l'edizione del 1904 al Teatro Lirico di Milano. (Cfr. D. Davanzo Poli, Vestiti nella vita, costumi nella scena, F. Bandini (a cura di) in Divina Eleonora. Eleonora Duse nella vita e nell'arte, Venezia, 2001, p.123-154).
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